Dove buttare la spazzatura: facciamo chiarezza
In relazione alla nuova normativa in materia di “commercializzazione e riutilizzo” dei sacchetti della spazzatura è giunto il momento di fare chiarezza. Le diverse tipologie di sacchi che solitamente utilizzate per fare la spesa, accogliere rifiuti di ogni genere, effettuare la raccolta differenziata devono rispondere a determinati parametri imposti dallo stato, prima di essere riutilizzati e commercializzati. Così, sacchetti compostabili, biodegradabili, in polietilene e sacchi di iuta si differenziano nell’uso, nel materiale di fabbricazione e nel grado di tollerabilità dell’ambiente in funzione del loro corretto smaltimento.
- I sacchi compostabili sono al cento per cento riutilizzabili e rispettano la normativa vigente. Riconoscerli è molto semplice: occorre che voi verifichiate, innanzitutto, la conformità degli stessi alla normativa ” UNI EN 13432-2002″ e che presentino, pertanto, determinati parametri relativi alle diverse caratteristiche insite nel materiale di fabbricazione. Quelli destinati a uso alimentare e provvisti di manico, per poter essere riutilizzati e commercializzati devono avere uno spessore pari a duecento micron. Diversamente, i sacchi non alimentari provvisti di manico devono rispettare il parametro micron pari a cento. Per quanto riguarda i sacchi compostabili senza manico e destinati all’uso alimentare, il parametro micron da rispettare dovrà essere uguale a cento. Il micron diminuisce (a sessanta) in caso di sacchetti compostabili sprovvisti di manico e non adatti all’utilizzo in campo alimentare.
- I sacchetti biodegradabili, così, sono quelli più adatti ad essere smaltiti dall’ambiente, in quanto il materiale costituente (solitamente amido di mais, estratto di patate o modiche quantità di poliestere) è soggetto ad un processo di smaltimento semplificato rispetto a quello impiegato per la realizzazione di buste di plastica tradizionali.
- Tra le varie tipologie di sacchi per la spazzatura spuntano poi quelli in polietilene, materiale sintetico a base di plastica. Questi, nella maggior parte dei casi, non godrebbero di tollerabilità da parte dell’ambiente circostante. Per tale motivo, la maggioranza di buste per la spazzatura realizzate tramite il suddetto materiale non rispetterebbe la conformità avallata dalla nuova norma.
- La chiarezza relativa alle nuove disposizioni legislative va fatta anche sull’impiego e sulla produzione dei sacchetti di juta, particolare tipologia di materia prima che si ricava dallo smistamento delle fibre vegetali. Presente in circolazione da svariati decenni, la juta sarebbe il materiale di base impiegato per la produzione di sacchetti biodegradabili in grado di contenere meglio gli alimenti a lunga conservazione e capace di rispettare l’ambiente in ogni caso. Inoltre, come si evince dalle ultime ricerche, la juta è considerata una delle prime fibre naturali che non inquina e che si estrae facilmente previo apposito trattamento del fusto di una pianta di semplicissima reperibilità.
Dunque la raccolta differenziata, una delle pratiche più diffuse nei Paesi dell’Ue, diventa un’operazione indispensabile per l’ecosostenibilità dell’ambiente. Per tale ragione è bene che vi organizziate preventivamente, cercando di usufruire di metodi alternativi che possano aiutarvi in un sempre più complesso smistamento dei rifiuti. Uno degli attrezzi che potrebbe rivelarsi utile in questo senso è l’insieme di borse Mongardi, appositamente progettato per un’adeguata raccolta di plastica, carta e vetro.
Questo attrezzo è pensato per tutti coloro i quali necessitano di contenitori più capienti per smistare i rifiuti, a fronte delle dimensioni assai contenute dei cassonetti tradizionali. Inoltre, il complesso di borse per contenere i rifiuti si presenta in una colorazione tripartita che guida meglio l’utente in un adeguato processo di smistamento dei rifiuti. In questo modo la raccolta differenziata troverebbe un punto d’approdo formidabile nel pieno del rispetto della tolleranza ambientale, anche se la maggioranza delle popolazioni coinvolte nell’iniziativa continua a commettere qualche errore di troppo durante la separazione della spazzatura.
Gli errori più comuni da evitare quando si buttano i rifiuti
La valorizzazione dei rifiuti, così come il loro adeguato smistamento parte da un’analisi complessiva delle azioni e delle abitudini alle quali sottostare, prima di ogni preliminare tentativo di raccogliere la differenziata secondo i parametri stabiliti per le diverse località geografiche. Abbiamo, intanto, stilato per voi una lista degli errori più comuni da evitare per una coscienziosa raccolta dei rifiuti.
- 1) Confondere la carta con la carta termica
Se state rimettendo ordine nel vostro portafogli e volete liberarvi dalla miriade di scontrini fiscali che ne riempiono ogni singola tasca, dovete prestare attenzione a differenziare correttamente quel particolare tipo di carta, denominata “termica”. Questa va gettata all’interno del cassonetto contenente i rifiuti indifferenziati e non, come precedentemente pensato, dentro al contenitore della carta di tipo tradizionale.
- 2) Riporre il cartone della pizza e la carta oleata nel secchio della carta
Dopo aver consumato una pizza o un saltimbocca precedentemente avvolto da un’abbondante carta oleata, occorre riporre anche quest’ultima nel secchio dell’umido, in quanto non vi è possibilità che questa possa essere riutilizzata in futuro.
- 3) Schiacciare le bottiglie di plastica
Una volta aver consumato la vostra bevanda preferita contenuta in una normale bottiglia di plastica è bene avere cura di appiattire quest’ultima in larghezza, in modo tale che i professionisti del riciclaggio dei rifiuti possano tranquillamente trattare l’oggetto in fase di smistamento.
- 4) Gettare le buste di plastica nel contenitore della plastica
E’ possibile gettare le buste di plastica all’interno del contenitore della plastica? La risposta è si, a patto che abbiate cura di lavare il tutto prima di riporle all’interno dell’apposito cassonetto.
- 5) Scorretta informazione sullo smaltimento dei rifiuti speciali
In diversi paesi dell’Italia vige ancora un generale senso di disinformazione in materia di smaltimento dei rifiuti tossici. Il primo e indispensabile passaggio da compiere sarebbe quello di prendere alla lettera le normative che regolano il trattamento dei rifiuti speciali. Un adeguato interesse preventivo da parte vostra sarebbe ben auspicabile per il sacrosanto rispetto dell’ambiente.
E questo dove lo butto?
Nonostante tutto, i dubbi rimangono anche per altre tipologie di rifiuti.
Ecco altri esempi:
Le confezioni come i barattoli delle Pringles che hanno sia la carta e l’alluminio? Se non si può differenziare va nell’indifferenziata.
Lo stesso problema lo si ha per alcune confezioni di crackers o di brioches confezionate che sono avvolte da plastica e ricoperte internamente di alluminio.
Passiamo alla plastica. Dove si butta un giocattolo di plastica? Ebbene, non essendo un imballaggio va messo nell’indifferenziata. E se il giocattolo è a batterie non va nemmeno nell’indifferenziata. Va portato nelle riciclerie o piazzole ecologiche.
L’errore potrebbe essere commesso anche per gli occhiali da sole che vanno buttati nell’indifferenziata, non nella plastica. Stesso rischio di errore per i pennarelli o per l’accendino che vanno messi nel bidone dell’indifferenziata.
Anche spazzolino e dentrifricio fanno una fine diversa una volta esauriti. Il primo finisce nella spazzatura indifferenziata, il secondo, essendo un imballaggio, nella plastica.
Passiamo al vetro: l’errore più comune è senza dubbio buttare le lampadine nel vetro. Quelle ad incandescenza vanno nell’indifferenziata, quelle a risparmio energetico vanno riportate in negozio.
Altro errore comune sono gli specchi e i bicchieri di cristallo che vanno nell’indifferenziata.
E per finire l’organico dove parecchia gente pensa di inserire anche i pannolini sporchi. Errore! Vanno nell’indifferenziata.
Comodissimi i sacchetti grandi della spesa, io ho fatto due ordini, un set lo utilizzo come borsa per la spesa quando faccio il carico ogni settimana al supermercato. Un altro set lo utilizzo per dividere l’immondizia, mi trovo bene perchè sono resistenti e facili da pulire. L’unico contenitore che tengo da parte è quello per l’umido.